lunedì 24 maggio 2010

Guillermo Mariotto in IED

Guillermo Mariotto,nato a Caracas nel 1966,ora stilista per la griffe Gattinoni.Di seguito l’intervista realizzata dagli studenti dell’istituto europeo di design di Roma e…me! Scoprendo cosi un grande uomo,non solo un grande creativo.

D. Mariotto,in questo panorama attuale che vede la moda sinonimo di grandi griffe,lei si sente condizionato dai grandi capi?
R. Per natura sono molto ribelle,ascolto le conferenze e indubbiamente seguo le loro direttive ma i condizionamenti spesso non sono ostacoli,nel pret a porter aiutano ad andare oltre. Nell’alta moda invece non ce ne sono,l’unico vincolo è rappresentato dalla donna a cui ci si deve riferire.
D. E com’è la donna secondo Guillermo Mariotto?
R. Amo le donne che sbagliano. Le donne che si scottano per cose folli,le donne che tradiscono i mariti,che si lanciano a capofitto in imprese incredibili..le donne precise mi annoiano.
D. Quanto è forte in questo il condizionamento del marchio Gattinoni?
R. Molto,è la guida. La donna Gattinoni è anni ’50,raffinata,non strampalata come la vorrei io. E’il mio ideale ma rimane nella mia testa,nei miei progetti personali mentre io lavoro per loro, cerco l’equilibrio dopotutto il mondo della moda è una gara fra donne.
D. Non sente il bisogno di staccarsi dalla griffe Gattinoni a favore di un marchio tutto suo?
R. Essere al centro dell’attenzione ti condiziona,ora che in tutti questi anni l’ho imparato me la sentirei di intraprendere una simile impresa ma al contempo ho anche appreso che i soldi e il marchio non sono tutto: quando sei occupato a reggere il peso di un marchio,hai le braccia troppo occupate per abbracciare qualcuno. Ad una certa età capisci le cose belle della vita e che le cose semplici sono quelle di cui si ha più bisogno,non voglio dedicare il resto dei miei giorni a questo.
D. Il momento più emozionante e quello peggiore della sua carriera?
R. Non vi sono mai stati altalenamenti particolari. Per la parte emozionale devo molto alla mia spiritualità che tra pailette e lustrini mi ha sempre sorretto e permesso di vedere stupende anche le minime cose,mi ha permesso di affidarmi all’intuizione piuttosto che al pensiero. Il momento peggiore invece credo sia stato rappresentato dalla dipartita di Raniero Gattinoni,amico oltre che capo,una persona che amavo e per la cui perdita ho sofferto molto. Per fortuna anche in questo caso la spiritualità non mi ha abbandonato e permesso di credere che niente viene distrutto,solo trasformato.
D. Quando ha avuto inizio questo suo cammino spirituale?
R. In gioventù. Mia madre mi ha cresciuto con delle direttive che prevedevano tappe vitali ben scandite: il successo,i figli,il mantenimento… Ho iniziato a riflettere che la vita non poteva essere solo questo,sentivo un forte bisogno di sapere,di capire. Ho trovato la risposta nella spiritualità durante la lettura del libro “Io sono” che mi fu regalato. Ho capito da li che nel mondo tutto è una cosa sola e su questo concetto sono andato avanti.
D. E’ andato via di casa molto presto,a sedici anni,cosa la faceva sentire oppresso in famiglia?
R. La mentalità. A quei tempi già mi sentivo un creativo,io ero quello che disegnava mentre gli amici giocavano a pallone. Sono fuggito dal fatto che nessuno mi capiva,volevo trovarmi in un posto in cui c’era l’arte e venivo considerato “normale”,volevo esservi immerso.
D. Come tutti i giovani che si affacciano a questo mondo aveva sicuramente molte aspettative, alcune sono state deluse?
R. Pensavo che i creativi avrebbero trasformato il mondo,invece si continuano a fare sempre le stesse cose,non è che un ciclo di ritorno agli anni passati e questo mi angoscia. Vorrei rivivere una rivoluzione come quella degli anni ’70,quegli anni si che hanno cambiato le cose!
D. Lei ha affermato che ad una certa età si capiscono le cose importanti della vita. Potendo tornare indietro con le conoscenze che ha adesso,cambierebbe qualcosa del suo passato?
R. No. Credo fortemente che il caso non esiste e per questo ciò che ho vissuto era fatto per me. Doveva andare cosi. Inoltre non ha senso pensare al passato,ormai non esiste più,piuttosto c’è un presente fatto di mille opzioni in cui puoi cambiare tutto da un momento all’altro.
D. In questi tempi,va molto di moda estendersi a campi differenti dal proprio,passando dalla moda alla scrittura e perfino alla regia,secondo lei perché?
R. Perché fare tante cose nella vita è una cosa bellissima. Diventare famosi per qualcosa per cui ci si è sacrificati tanto e riuscire a fare altro poi con facilità è pazzesco! Inoltre quando si possiede la creatività è bello anche sperimentarla,metterla a disposizione in altri ambiti. E’ costruttivo,per se stessi e per gli altri.
D. Un consiglio a noi studenti che desideriamo affacciarci all’universo della moda?
R. In questo ambito,come anche nella vita di tutti i giorni,mantenere l’idea dell’unione piuttosto che della separazione. Bisogna capirlo in fretta: la separazione ci mette l’uni contro gli altri mentre l’unione fa la forza. Amate tutto quello che vi trovate davanti,prendete con amore e positività quello che vi succede.Gli altri vi arricchiscono,non fermatevi mai ai pregiudizi perché rimarreste vuoti.

martedì 6 aprile 2010

Hobo: lifestyle o tendenza?

La generazione Hobo è il fenomeno statunitense sviluppato alla fine dell'800 che vede la figura dell hobo come un vagabondo che adotta in maniera tendenzialmente volontaria uno stile di vita homeless improntato alla semplicità, al viaggio, all'avventura e conduce una vita senza legami né radici ad alcuna città.
Ben presto il fenomeno è adottato dai giovani irrequieti spinti dalle istanze libertarie e dal loro spirito ribelle.

Oggi dalla strada alla passerella il passo è breve.
Hobo come filosofia di vita o icona di stile?

Che sia forse un bisogno e una voglia di quella libertà sognata e sospirata,a tratti illusoria,di cui la società di oggi e il suo ritmo serrante ci privano?

venerdì 12 febbraio 2010

Addio Alexander Mc Queen

Ieri,11 febbraio 2010,lascia la scena e non solo quella lavorativa,un vero talento della moda. Alexander Mc Queen,40enne,viene trovato morto suicida nella sua casa nel West end.A motivare l'insano gesto si vocifera una depressione incalzante che lascia però lo stesso senza parole e spiazzate miliaia di persone.I suoi fans prima di tutto,i seguaci della sua moda rivoluzionaria e senza dubbio talentuosa..ma lascia senza parole anche chi del suo genio ha solo sentito parlare. Cosa può spingere un uomo nel pieno della sua vita,biologica e lavorativa,all'apice della carriera e dotato di un incredibile talento di fama mondiale a togliersi la vita? Cosa si nasconde dietro il celebre e tanto amato provocatore modaiolo? Forse una personalità molto fragile nascosta dietro la creazione di immagini di donne forti,aggressive e dirompenti.. oppure una vittima di un mondo ancor più violento e spiazzante dei suoi stessi spettacoli,un mondo di cui si sentiva protagonista probabilmente solo in piedi su quella passerella ma che senza l'aiuto delle sue figure familiari di riferimento,venute a mancare poco tempo fa,non era in grado di affrontare.

domenica 7 febbraio 2010

The bright side of the moon

Per una folle e scatenata appassionata della Luna come me,non potevo che restare incantata dinnanzi alla nuova collezione PE 2010 di Armani Privè! Una collezione in cui il tema è subito chiaro: la luna e i suoi satelliti ovvero le donne che si vestono di bagliori, lampi, luci, riflessi, specchiature e tutto quanto renda l'idea di una via lattea da percorrere con abilità sartoriale..un vero spettacolo per chi come me subisce il fascino di quest'astro misterioso,sogna di assorbirne l'energia e di coglierne un frammento di magia.. Re Giorgio concretizza,con il suo mezzo a disposizione,questo surreale desiderio.
Certo,per un'elite di fortunate,mai come alla vista di questa collezione sogno anche io di possederne un pezzo..un abito,un tessuto,un accessorio...ma Armani ci regala ugualmente un frammento di sogno attraverso il suo fashion show siderale,in un abientazione spaziale,in cui avanza una donna determinata,sicura,adornata della luce di una sorta di galassia trasparente che l'avvolge e le concede un aura eterea...
"The dark side of the moon" accompagna la discesa sulla terra di queste creature dai riflessi madreperlacei,le sfumature glaciali e le pennellate metallizzate.E' un atmosfera da aurora boreale,da luna piena,da sbarco sulla luna con il nero profondo che segna i confini dell'universo...insomma,per gli inestimabili ammiratori del celebre stilista,ma anche per coloro che lo rimproverano del non sufficente spirito d'innovazione,come me,non possiamo che lasciarci trasportare sulla scia spaziale dei suoi outfit e per fortuna continua la danza sul filo spinato della passerella..mentre la Luna resta a guardare.

lunedì 1 febbraio 2010

It's time for Alta Roma..


...L'incontro con Diane Pernet...!!!

Giovani studentesse IED approdate a Alta Roma per le sfilate della domenica pomeriggio! E oltre all'emozione di vivere l'atmosfera del fashion show..Gattinoni per qualcuno,Betterelli per altri e conferenze varie..anche l'inaspettato incontro ravvicinato con la celebre icona internazionale Diane Pernet!! Giornalista,stilista e talent scout..dal vivo una donna affascinante nel suo alone di mistero che la avvolge assieme alla mise scura e gli occhiali neri e perfino una persona risultata piacevolmente affabile e dai modi gentilissimi! Un bel esempio per un mondo che troppo spesso è cristallizzato in una facciata impeccabile e artefatta che porta i propri elementi a differenziarsi dalla "massa comune" con un atteggiamento di freddo distacco d'elitè che delimita un preciso confine: chi è seduto nelle prime file e chi il suo posto lo ha in piedi,o peggio,fuori da quella porta.

venerdì 29 gennaio 2010

Interview time..

Intervista ad un fashion designer emergente di Roma:
Carolina Massaroni, 19 anni.

Domanda -Da dove inizia la tua passione per la moda?
Risposta - Sicuramente dalla scuola. Ho studiato al liceo artistico ed è facile saltare dalla passione per l’arte alla voglia di creare vestiti. In particolare l’imput l’ho ricevuto dallo studio della storia,del costume e della società, soprattutto nel periodo degli anni ’20 e ’30,una perfetta fusione quindi al fine di avere un panorama artistico completo.
D. -Chi e cosa influenza le tue creazioni e qual è il tuo stilista preferito?
R. L’influenza maggiore nelle mie creazioni deriva sicuramente dall’arte appunto,in particolare dai dipinti di Klimt e le sue bellissime e sensuali figure femminili invece per quanto riguarda il mondo della moda,guardo molto allo stile di Kenzo e di Custo Barcelona.Inoltre ultimamente sono rimasta affascinata dalle creazioni di Mc Queen e non posso non nominare tra le mie muse la mitica Vivienne Westwood!
D. -Qual è per te l’elemento principale in una tua creazione di moda? Su cosa si basa?
R. Sulle proprie passioni. Io immagino e quello che penso disegno. Mi piace che i miei modelli,magari dai capi basic,si differenzino per almeno un dettaglio insolito,particolare. Punto sugli accessori quali gioielli,cinte e scarpe ma nessuna borsa! Non mi piacciono perciò non rientrano mai nei miei modelli.
D. -Come mai questa scelta di impronta per il tuo stile?
R. Proprio perché quello che immagino realizzo,le mie creazioni saranno sempre improntate sui miei gusti,non realizzerò mai qualcosa che non è nel mio stile. Uso sempre lo stesso timbro,anche a costo di poter sembrare ripetitiva ma le mie creazioni mi devono rispecchiare e creo sempre quello che penso di saper fare meglio.
D. -Per te le tue creazioni sono più opere d’arte o di moda?
R. Sempre per merito della mia formazione..non posso che considerarle Pura arte. Il concetto di “moda” scisso dall’arte mi sembra una limitazione. La Moda nel senso lato del termine la fanno i grandi stilisti,i loro nomi conosciuti e la loro fama. Loro appartengono all’albo dei grandi e il loro lavoro non si limita alla realizzazione di un’opera d’arte ma a un vero prodotto commerciale. Io sono una stilista emergente creo forme di arte,se poi diventeranno Moda non sarò io a giudicarlo.
D. -L’abito è un modo per mettersi in relazione con gli altri: quali sono le cose principali a cui pensi quando ne crei uno?
R. Cerco un compromesso tra ciò che rappresenta ora l’industria modaiola,i trend attuali e l’impronta che ci voglio mettere,il mio contributo e l’innovazione.Trovo un equilibrio poiché andare completamente controcorrente non è funzionale in questo ambiente ma l’eccentrismo e il cambiamento misurati pagano sempre.
D. -Tu come ti vesti di solito?
R. Potrei osare di dire che mi vesto “a seconda dell’umore” dal punk spettinato allo zebrato chic. In generale comunque sono spesso differente dai miei modelli poiché disegno quello che mi piace,non quello che a mio parere potrei indossare.(come suppongo abbia fatto Mc Queen quando ha pensato alle scarpe armadillo). Giornalmente il mio look si compone di pantaloni stretti,scarpe da ginnastica,la fedele cinta borchiata e non manca mai un foulard o una sciarpa anche nelle giornate più calde ;) inoltre presto molta attenzione al mio hair style,considero i capelli uno degli accessori più importanti in un’epoca in cui le tinte,i tagli e le modifiche che vi si possono apportare pressochè in modo illimitato permettono di giocare di stile.
D. -Quali tessuti usi maggiormente per le tue collezioni?
R. Mi piace mischiare tessuti naturali come il cotone a fibre artificiali come il lurex e il latex. Non amo molto le stampe se non per gli accessori,credo più nei capi basic ravvivati da un gioiello vistoso o una sciarpa particolare.
D. -C'è un'attrice o una persona famosa per la quale ti piacerebbe disegnare una collezione di abiti?
R. Nella top ten inserirei Kate Perry e Lady Gaga che considero la “nuova Madonna” e di cui ammiro le tendenze libertine,m’ispirano molto nella creazione di uno stile adatto a lei. Un’altra icona per la quale mi piacerebbe disegnare una collezione è Helena Boheme Carter,moglie del celebre regista Tim Burton ma in particolare il mio sogno sarebbe vestire la tatuatrice più famosa al mondo Kate Von D.!
D. -Mi parli della tua ultima collezione?
R. Ho improntato la mia ultima collezione su “Alice nel paese delle meraviglie” in chiave noir dividendola in due momenti: uno più street wear sempre con contaminazione degli elementi guida (fiocchi,colli vistosi) e uno più stravagante in cui ritroviamo lo stile di Klimt soprattutto nel colore oro e negli accessori.
D. -Quale look consigli per la prossima stagione?
R. Prevedo che alcuni trend rimarranno invariati ancora per qualche periodo quindi sicuramente il must dei pantaloni stretti e la vita bassa e le maglie sempre più lunghe. Per quanto riguarda i colori credo che dopo l’ondata viola,il verde sia d’obbligo e,punto ancora,sull intramontabile nero lasciando in secondo piano coloro che affermano che il grigio prenderà pian piano il suo posto.
D. -Quali sono i tuoi progetti futuri?
R. Innanzitutto capire quanto questa mia passione possa essere fondamento di una strada da intraprendere con serietà oppure una cosa passeggera..sul piano professionale vorrei realizzare una collezione che vede come punto di forza l’intimo,magari retrò,con abbondanza di corsetti e,perché no,qualche elemento preso dal mondo fetish,ovviamente rivisitato.
D. -Che consiglio daresti ad un'altra ragazza che vuole intraprendere la stessa strada?
R. Di schiarirsi bene le idee prima di intraprendere questo percorso e una volta stabilito l’obbiettivo cercare la propria strada e seguirla senza tentennamenti ma con determinazione e tenacia. Non è un universo facile.

lunedì 25 gennaio 2010

Fashionista

How do you look?



...Which one of you would ever dare to go against?